Referenze

Il colore

Giorgio Fogazzi

08.08.2022

Ciò che i sensi percepiscono è un frammento ed anche un vortice, cioè una immagine sonora, una voce, un grido, il modo in cui il Creatore si mostra.

Protagonista è il colore, il quale è, contemporaneamente, un’isola, cioè uno spazio circoscritto, ma pure l’essenza che esso stesso sottende, cioè il bianco, diversamente espresso dalle mutazioni cromatiche.

Il colore, cioè ciò che definiamo un’immagine, è anche l’occhio con cui “vede” la nostra anima, cioè la nostra essenza divina, la quale percepisce sia il profilo (cioè la luna), che la presenza fotografica di una storia in movimento, il sole.

L’insieme è la creazione che nasce come modo in cui il potere creativo “dice di essere”; è il femminile, che si mostra mediante la sua creatura, il figlio. Dante nelle prime terzine del 33° canto, nel Paradiso, proprio per questo, annuncia la madre, come “figlia del figlio” che le dà la figura, è il percorso della trinità: di Padre, il potere operante, Madre, il percorso concepito, Figlio, le immagini di tale percorso, come si può dire di un film. 

Immancabile il rosso, che è poi il movimento degli accadimenti che ha concepito e produce il potere creativo, il quale si mostra nella staticità fotografica del colore. 

Il profilo (la luna) indica il senso di uno spazio circoscritto, cioè di una storia il cui movimento ha necessariamente un inizio, una conseguente e necessaria fine e una sua linearità dovuta al fatto che le immagini, per quanto diverse l’una dall’altra, sono figlie dello stesso potere.

L’immagine, cioè la maniera in cui il sole si mostra, sia come presenza, il giorno, sia come assenza, la notte, è garanzia di un potere che si svilupperà come processo identitario: nella luce.